In casi di ricerca di persone scomparse può accadere che le Autorità competenti (Prefettura) ed i Soggetti coinvolti nelle ricerche (VVF, Capitaneria di porto, CC, Sindaco) possano richiedere il concorso nelle attività di ricerca dei sistemi locali di protezione civile (Comunale, Provinciale o Regionale).
Tale richiesta di concorso può essere rivolta anche allo scopo di mobilitare le organizzazioni di volontariato.
L’attivazione delle organizzazioni per il concorso in questa tipologia di attività è consentita comunque a certe condizioni, specificate nella Direttiva.
Inoltre, nella D.G.R. 633/2013 viene specificato ulteriormente che esistono degli scenari di rischio come, tra gli altri, la ricerca di persone scomparse che devono essere aggiunti o assimilati agli scenari di rischio di protezione civile per i quali la mobilitazione del volontariato è limitata esclusivamente al supporto di altri soggetti competenti individuati dalla legge, nei limiti dei compiti indicati dalla delibera in questione.
Su questa tipologia di emergenza il Piano operativo di competenza è il Piano Provinciale per la ricerca di Persone scomparse redatto dalla Prefettura.
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Tra le informazioni che definiscono lo scenario di rischio si evidenzia:
- la stima del numero delle persone in condizioni di fragilità sociale e con disabilità (secondo i dati trasmessi dal Servizio sanitario regionale);
- il patrimonio culturale, poli museali, luoghi della cultura, poli MIBACT.
Gli scenari definiti per ciascuna tipologia di rischio devono essere dotati di una cartografia a scala di dettaglio, eventualmente in più tavole nel caso di scenari con differente livello di gravità (sottoscenari). Inoltre devono individuare le fasi di allertamento e il modello di intervento.
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L’evacuazione della popolazione, concordata con le strutture responsabili degli interventi di soccorso (VVF., AREU, ATS, etc.), è pianificata nel Piano di protezione civile:
- sono individuate modalità di avviso alla popolazione che consentono, in emergenza, di operare con persone già informate delle procedure, delle modalità con cui avverrà l’evacuazione, delle aree di emergenza assegnate.
Il messaggio di evacuazione è diramato come previsto dal Piano di Comunicazione e comunque casa per casa, con chiamata telefonica o usando megafoni, macchine pubbliche, sistemi automatici, annunci radio-televisivi, social network o altre combinazioni di questi metodi.
Inoltre:
- viene considerata l’eventuale presenza di stranieri o turisti e le comunicazioni sono multilingua;
- sono individuate le aree dove la popolazione sosta in attesa dell’arrivo dei soccorsi, le vie di evacuazione preferenziali oppure i percorsi utilizzabili dai mezzi privati e quelli di soccorso;
- i punti di raccolta della popolazione devono essere individuati vicino alla zona di residenza della popolazione interessata, ben segnalati con apposita cartellonistica;
- sono individuate le strutture di accoglienza da attivare, temporanee (edifici, tipo palazzetti dello sport) o permanenti (tendopoli, campi container), prevedendo anche l’utilizzo del volontariato di protezione civile per l’attività di assistenza alla popolazione;
- quando necessario in caso di evacuazioni prolungate nel tempo, viene organizzato un cordone di sicurezza composto dalle Forze dell’Ordine e dalla Polizia Locale, per evitare episodi di sciacallaggio nelle aree interessate.
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Il Sindaco dispone l’evacuazione della popolazione, attraverso un’ordinanza di emergenza, temporanea, contingibile ai sensi dell`art. 50, comma 2 del d.lgs. n. 267/2000 se necessario, al fine di evitare un pericolo incombente sulla pubblica incolumità.
L’ordinanza è un atto normativo in deroga alle leggi vigenti, fatti salvi i principi costituzionali e quelli generali dell’ordinamento giuridico.
L’ordinanza di evacuazione può essere preventiva, quando lo sgombero è necessario prima che l’evento calamitoso si verifichi, o di soccorso quando avviene a seguito di un evento emergenziale.
Il PPC esegue un’analisi dettagliata della composizione della popolazione esposta al rischio, e consente di individuare le persone in stato di fragilità (anziani, bambini, disabili, persone che utilizzano in continuità apparecchiature elettromedicali, malati): per ognuna di queste categorie sono indicate modalità di evacuazione e pianificate le strategie di informazione ai parenti.
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Il Sindaco, aggiornato dal bollettino di allertamento della Protezione Civile Regionale o Nazionale, valutata la situazione territoriale di rischio imminente sul territorio, o a seguito di specifica richiesta della Prefettura attraverso un atto formale e/o in caso di necessità ed urgenza anche informale; attiva il Piano di Protezione Civile assumendo le funzioni previste dalla normativa, coordinando le attività di soccorso ed assistenza della popolazione in ambito comunale e supportando gli Organismi superiori per il soccorso.
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Al verificarsi di una situazione di emergenza localizzata, in un punto qualsiasi del territorio intercomunale (ex. incidente stradale, incendio, ecc.) la notizia di norma perviene al Numero Unico Europeo per le Emergenze 112, che comprende le Centrali Operative di Carabinieri, Polizia di Stato (Ex numero di Emergenza 113), Vigili del Fuoco (Ex numero di Emergenza 115) e Emergenza Sanitaria (ex numero di emergenza 118) o alla Polizia Locale, a seguito di telefonata da parte di uno o più cittadini testimoni diretti o indiretti dell’evento.
Come da procedure proprie definite da ciascun Ente, l’operatore della Centrale Operativa che riceve la chiamata, avrà cura di raccogliere il maggior numero di informazioni utili, allo scopo di verificare l’accaduto e ricostruire uno scenario completo e il più aderente possibile alla realtà.
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Il Piano di Protezione Civile è coordinato con:
- il Piano regionale per la previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi di cui all’art. 3 della legge n. 353 del 2000;
- il Piano di emergenza esterna (PEE) degli impianti a rischio di incidente rilevante di competenza del Prefetto, nell’ambito del decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105.
Attuazione della Direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, con particolare riferimento alle informazioni relative agli elementi critici territoriali, agli scenari incidentali ed agli elementi del modello di intervento inerente alle attività che il Sindaco stesso deve effettuare nel caso di incidente rilevante, in accordo con le procedure previste nel PEE;
- i piani di sicurezza di settore previsti dal decreto legislativo n. 81/2008 che riguardano gli edifici strategici e rilevanti di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003 n. 3274.
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Il Piano di Protezione Civile è aggiornato periodicamente, anche al verificarsi di eventi o circostanze significativi che impongano una revisione dei piani medesimi e, in ogni caso, a seguito dell’approvazione di varianti generali dei piani urbanistici territoriali di vario livello per assicurarne il raccordo con la pianificazione di protezione civile.
La pianificazione di protezione civile è uno strumento di pianificazione obbligatorio e dà una rappresentazione multirischio del territorio di competenza dell’Ente Comunale e quello di livello superiore.
La pianificazione di protezione civile in coerenza con la pianificazione urbanistica e territoriale in caso di emergenza, consente al centro di coordinamento dei soccorsi di accedere agevolmente alle informazioni strategiche ed individuare le aree di emergenza.
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La predisposizione di un Piano di Protezione Civile Comunale con SGE prevede anche il monitoraggio e le relative procedure operative in caso di temporali forti.
La localizzazione e l’evoluzione precisa dei temporali (innesco, sviluppo e dissipazione) e l’intensità dei fenomeni caratteristici (pioggia, vento, grandine, tromba d’aria, fulmini) non sono prevedibili con largo anticipo.
Sono definiti temporali forti quando il fenomeno:
- registra pioggia superiore a 30mm/h;
- ha una durata superiore a 30 minuti;
- registra la presenza di grandine anche superiore ai 2 cm;
- ha un elevato numero e densità di fulmini;
- ha raffiche di vento superiore a 20m/s (ovvero circa 70 Km/h);
- può innescare possibili trombe d’aria.
Si ricorda altresì che le celle temporalesche sono organizzate in gruppi, linee o sistemi di ordine superiore.
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